Coltivare l’amarillide in casa

Pubblicato il 18/10/19
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Fiore con petali rossi

Quando ancora i colori dell’autunno stanno preparando la loro meravigliosa tavolozza, è il momento di essere previdenti e “preparare” qualcosa che possa dare colore alla casa anche nei mesi invernali.

È questo il momento di piantare l’amarillide in vaso, un bulbo dalla fioritura spettacolare che in natura fiorisce a primavera, ma che se coltivato in casa può fiorire a Natale, diventando una splendida decorazione natalizia vivente.

 

Come coltivare l’amarillide in vaso

L’Amaryllis è una pianta bulbosa che nella sua versione rustica (Amaryllis belladonna) si può coltivare anche in terra. L’Amaryllis che acquistiamo comunemente nei negozi di fiori o anche al supermercato, invece, si chiama propriamente Hippeastrum ed è un bulbo di grosse dimensioni (mediamente 10 cm di diametro) da coltivare in vaso.

I fiori dell’amarillide sono veramente enormi, fino a 20 cm di diametro, con colori che vanno dal bianco, al rosa, all’arancio e al rosso, in mille sfumature e screziature una più bella dell’altra.

Per la fioritura primaverile, l’amarillide andrebbe messa a dimora in vaso in gennaio-febbraio. Ma sfruttando il tepore delle case riscaldate in inverno, possiamo metterla in vaso già a ottobre, per vederla fiorire a Natale. Scegliamo un vaso abbastanza grande, di 15-20 cm di diametro, e piantiamo l’amarillide avendo cura che il sporga dal terreno per 1-2 cm. L’importante è scegliere fin da subito la posizione giusta, poiché l’amarillide mal sopporta gli spostamenti. L’ideale è più vicino possibile a una finestra: l’amarillide in casa vuole una posizione luminosa. Ricordiamo inoltre che questa pianta è tossica per cani e gatti, quindi scegliamo un punto in cui gli animali di casa non possano raggiungerla.

Dal centro del bulbo vedremo a poco a poco svilupparsi lo stelo fiorale (o anche due steli) e le foglie. Annaffiamo regolarmente ma con poca acqua; i fiori dell’amarillide, grandi e bellissimi, dureranno alcune settimane. Quando saranno sfioriti, tagliamo lo stelo appena sopra il bulbo, continuando ad annaffiare con molta parsimonia e spostando la pianta all’aperto in primavera, in una posizione a mezz’ombra. Quando vedremo che le foglie cominciano a ingiallire, sospendiamo le innaffiature: la pianta è entrata nel suo momento di “letargo”. Lasciamola nel suo vaso, senza annaffiare. Potremo “svegliarla” verso ottobre (per una fioritura natalizia) o in inverno (per una fioritura primaverile), ricominciando ad annaffiare con molta gradualità, dopo aver eventualmente rinvasato il bulbo in terriccio nuovo e, se necessario, in un vaso poco più grande.

 

 

 

Foto di Christiane M. da Pixabay