I tesori dell’alveare

Pubblicato il 30/12/20
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Candele profumate per ambienti

Miele, propoli, pappa reale… sono questi i primi prodotti dell’alveare a cui pensiamo di solito. Ma ce n’è uno, altrettanto pregiato, sebbene meno conosciuto: la cera d’api, una sostanza che viene secreta dalle api (in un determinato intervallo di età) e usata nell’alveare per la costruzione dei favi. Al giorno d’oggi, nell’industria cosmetica, alimentare, ecc. la cera d’api viene spesso sostituita da prodotti sintetici dalle proprietà simili, ma meno costosi. Questo non toglie niente, tuttavia, alle straordinarie proprietà della cera d’api, che vengono sfruttate sin dai tempi degli antichi egizi.


Cera d’api: come si produce

La cera d’api si ricava dai favi dell’alveare e può essere estratta con diversi procedimenti. La cera d’api grezza è gialla, dal profumo gradevole e caratteristico. Da essa si ricava la cera d’api alba, ossia sbiancata, che non possiede aromi.


Cera d’api in cosmetica

Le proprietà emollienti e idrorepellenti della cera d’api erano conosciute fin dall’antichità. Al giorno d’oggi, la cera d’api è usata soprattutto per produrre creme naturali per pelli secche, grazie alla sua componente lipidica, ma è usata in generale per la produzione di creme per le labbra, rossetti, unguenti, ecc.

Essendo ricca di vitamina A, i prodotti a base di cera d’api sono utili anche per favorire la guarigione di piccole ferite, poiché stimolano la rigenerazione cellulare, oltre che per idratare la pelle.


Altri usi della cera d’api

In campo alimentare, la cera d’api è usata per rivestire i formaggi (anche se, dato il suo costo, si tende a sostituirla con prodotti di sintesi) e, in generale, come additivo che dona un aspetto lucido ad alcuni cibi.

Altri prodotti a base di cera d’api, infine, sono le candele, le saponette (ottime per chi cerca un sapone idratante ed emolliente), vari prodotti per lucidare mobili e scarpe e… la ceretta depilatoria!





Foto di Lolame da Pixabay