Il paesaggio dell’uva

Pubblicato il 21/01/21
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Terreno vigneto Chianti

Il Chianti è un territorio collinare a cavallo delle province di Firenze e Siena, segnato in maniera tanto inequivocabile quanto felice dal lavoro dell’uomo, che ha disegnato con vigneti, oliveti e poi borghi, chiese, badie, castelli una terra unica al mondo.

Il risultato è sotto gli occhi di tutti: di chi ha la fortuna di esserci nato, di chi ha scelto di andare a viverci, per pochi giorni o per sempre, di chi ci capita per capire come una piccola porzione di Toscana sia diventata così famosa e quanto sia giusta la fama che accompagna questo nome. A proposito, l’origine del nome Chianti è incerta: secondo alcuni potrebbe derivare dal termine latino “clangor” (rumore), a ricordare il rumore delle battute di caccia o delle battaglie; secondo altri deriverebbe dall’etrusco “clante”, nome di famiglie diffuso nella zona, che significa anche acqua, di cui il Chianti era, ed è, ricco. Già, perché queste colline furono gli etruschi per primi a coltivarle facendo vino; ed è grazie a loro che nasce quel connubio indissolubile tra il prodotto e la sua terra, arrivato, con qualche confusione e molti cambiamenti, fino ai giorni nostri.


Dove si produce il Chianti

Perché, per una serie di vicende piuttosto complicate e a volte noiose, il vino che si chiama Chianti si fa in una zona molto più grande e diversa dal Chianti. All’interno della quale, ne è stata circoscritta una più delimitata dove si produce il Chianti Classico, quello che ha per simbolo il Gallo Nero. Proviamo a riepilogare: il Chianti Classico si produce nei territori dei comuni di Castellina, Gaiole, Greve e Radda; e in parte dei territori dei comuni di Barberino Val d’Elsa, Castelnuovo Berardenga, Poggibonsi, San Casciano e Tavarnelle. Il Chianti inteso come ambito geografico è un po’ più vasto e comprende tutti i territori dei comuni sopracitati e arriva a lambire Impruneta, alle porte di Firenze. Molto, molto più grande l’area in cui si produce il Chianti, che si estende dalla provincia di Pistoia a quella di Arezzo, passando da quelle di Prato, di Firenze, di Pisa e di Siena. E a volte prende il nome del territorio di riferimento; e quindi avremo il Chianti Colli Aretini, il Chianti Colli Fiorentini, il Chianti Colli Senesi, il Chianti Colline Pisane, il Chianti Montalbano, il Chianti Montespertoli, il Chianti Rùfina, oltre al già citato Chianti Classico e ovviamente al Chianti tout court. Facile confondersi, dunque.

Qualche dettaglio per non perdere irrimediabilmente la bussola: tutti i Chianti hanno una percentuale dominante di Sangiovese, il vitigno principe della Toscana, a volte accompagnato da Canaiolo, Malvasia e Ciliegiolo, secondo la tradizione più antica, a volte più recentemente da Merlot e/o Cabernet Sauvignon; ma negli ultimi anni molti produttori vinificano solo con sangiovese. I risultati variano da zona a zona e di vigna in vigna.

Uno dei motivi che potrebbe guidare il vostro viaggio nel Chianti potrebbe essere appunto la curiosità di scoprire la differenza tra un vino e l’altro, tra la piacevole ruvidezza di quelli che più si avvicinano forse al modo originario di fare Chianti e la rotondità di quelli che assecondano di più i gusti prevalenti dei consumatori dei nostri giorni. L’altro la certezza comunque di conoscere un territorio pieno di sapori (ottima la tradizione dei salumi, dei formaggi e di una cucina vigorosa) e di testimonianze architettoniche sacre e civili che punteggiano un paesaggio unico.





Foto di KarinKarin da Pixabay