Coltivare l’ulivo in vaso

Pubblicato il 25/04/19
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Albero di mele

La primavera porta con sé la voglia di rinnovare il balcone o il giardino con nuovi fiori e piante.

E allora perché non scegliere una delle piante più tipiche della tradizione mediterranea, come l’ulivo?

Chi ha un giardino, potrà permettersi di coltivare l’ulivo in piena terra; ma anche con un balcone, o un piccolo cortile, è possibile coltivare l’ulivo in vaso: esistono piccole piantine in vasi da 15 cm di diametro, oppure piante mediamente più grandi, ma sempre coltivabili in vaso. Vediamo come.

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    Il vaso giusto per l’ulivo. Il vaso ideale per l’ulivo è di terracotta: questa pianta teme infatti i ristagni idrici e la terracotta è perfetta per mantenere ben aerato il pane di terra, oltre a creare un accostamento di colori (e forme, se scegliamo un vaso artigianale) esteticamente bellissimo. In alternativa, si possono usare vasi in cemento poroso (che è altrettanto traspirante). Evitiamo invece la plastica, non solo per il rischio dei ristagni, ma anche per il peso: quando l’ulivo cresce, il vaso deve controbilanciare il peso della pianta.

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    Quando annaffiare l’ulivo in vaso. L’ulivo è una pianta che ha poche esigenze in fatto di acqua, non a caso è tipica dei climi secchi mediterranei. In vaso, basterà innaffiarlo una volta la settimana in estate e ogni 2-3 settimane nelle altre stagioni (dove, a seconda del clima, può bastare anche la semplice acqua piovana).

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    L’esposizione dell’ulivo in vaso deve essere soleggiata, al riparo dai venti.

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    Rinvasare l’ulivo è un’operazione che va fatta ogni 2-3 anni all’inizio della primavera, scegliendo un vaso solo di poco più grande rispetto al precedente (basta un vaso che lo contenga, senza lasciare troppo spazio vuoto).

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    Potare l’ulivo in vaso è altrettanto importante per dare forma alla pianta: fino dalle prime potature è necessario avere chiara la forma che si vuole ottenere (cilindrica, conica, tondeggiante…). Inoltre, bisogna potare i rami che crescono paralleli al tronco (i cosiddetti “succhioni”), oltre ovviamente a tutti i rami danneggiati.

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Foto: Brigitte Heinen / pixelio.de