Di lasagna in lasagna

Pubblicato il 22/11/21
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È la regina della tavola. Bolognese di tradizione ma in grado di intercettare i gusti di tutti gli italiani. Ecco alcune sue varianti “geografiche”. Tutte da gustare.

di Andrea Begnini


Lasagne di gran magro alla piemontese: preparate principalmente per la vigilia di Natale o in Quaresima, non prevedono l’aggiunta di carne ma sono a base di burro, olio e acciughe, una vera particolarità della cucina regionale.

Lasagna mantovana: con zucca, amaretti e mostarda di mele, è uno di quei piatti che identificano al primo morso la convinzione di essere a una festa importante.

Lasagne o pasticcio veneto: un classico che non manca mai sulle tavole a Natale e che, oltre alla versione col ragù di carne, prevede anche la variante con il radicchio rosso di Treviso tardivo.

Lasagne alla ligure: strati di sfoglia conditi con il pesto, le patate, i fagiolini, i pinoli e la morbida besciamella per un piatto che fa subito festa.

Lasagne bastarde della Lunigiana: il nome deriva dal fatto che l’impasto unisce farina di grano a farina di castagne. La preparazione può anche essere consumata con semplice olio e del Parmigiano.

Lasagne marchigiane o vincisgrassi: ricetta regionale tipica che prevede l'uso di un ragù con carne tagliata grossolanamente e una besciamella compatta che conferiscono al piatto una particolare consistenza.

Lasagne all'abruzzese: una tra le versioni più diffuse in Abruzzo è quella conosciuta come timballo e prevede la pasta sfoglia all'uovo alternata con strati di ragù di manzo, piselli, spinaci, prosciutto cotto e mozzarella. Niente besciamella ma sì al Parmigiano. 

Lasagne napoletane: piatto particolarmente ricco con l’aggiunta di uova sode, carne di maiale, salsicce, polpettine fritte e i tozzabancone, ovvero i fondi di salame e prosciutto, oltre al fior di latte o alla provola e a tanta passata di pomodoro.

Sagne n'cannulate pugliesi: pasta fresca con solo acqua e farina la cui forma, ottenuta con un bastoncino di ferro elicoidale, ricorda i trucioli di legno. Ottima con ogni tipo di condimento, una delle più apprezzate varianti regionali prevede l'uso delle cozze.

Lasagne sarde: una versione molto originale comprende l'uso del pane carasau al posto degli strati di pasta, da alternare al ragù e al pecorino sardo.

 


In principio fu la Bolognese

Non si sa molto dell'origine di questo piatto nella tradizione emiliano-romagnola, ma le lasagne alla bolognese sono un'istituzione: il piatto prelibato della domenica e del Natale. 

I Romani chiamavano “laganum” le sfoglie quadrate di farina di grano, cotte al forno o sul fuoco e condite con le carne. Il formaggio entra nella ricetta codificata in un ricettario della Corte Angioina di Napoli del Quattordicesimo secolo mentre il pomodoro deve attendere, sempre a Napoli, la fine dell'Ottocento per essere chiamato in causa. La lasagna a strati, così come ancora oggi la mangiamo alternando i quadrati di pasta con il formaggio e la carne, si deve, invece, sempre nell’Ottocento, all'emiliano-romagnolo Francesco Zambrini.