Circol-UP, misurare l’Economia Circolare delle aziende del largo consumo

Pubblicato il 24/01/23
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Con l’obiettivo di supportare le aziende nel fronteggiare le sfide della transizione verso un modello economico circolare, GS1 Italy ha sviluppato, in collaborazione con l’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, Circol-UP, lo strumento che permette di misurare la performance di circolarità delle aziende del largo consumo dall’approvvigionamento fino al consumo e al riciclo. Lo sviluppo di Circol-UP e il suo utilizzo da parte delle aziende associate mira a favorire:


• L’implementazione dei principi di circolarità all’interno dei processi e di conseguenza facilitare la raccolta, il riutilizzo, il recupero e il riciclaggio delle risorse.

• L’implementazione di azioni strategiche concrete che permettano di raggiungere obiettivi misurabili in termini economici e di ottimizzazione e protezione delle risorse.

• L’individuazione delle aree in cui l’azienda meglio performa e quelle in cui può investire risorse e tempo con maggiore efficienza ed efficacia con lo scopo di aumentare la performance di circolarità.

• Una maggior trasparenza con il consumatore e con i propri partner commerciali rispetto all’impegno per contribuire alla sostenibilità della filiera.


“Lo strumento che è già stato applicato da diverse aziende del settore del largo consumo, ha permesso di fare una prima fotografia dello stato dell’arte dell’economia circolare nel settore, individuando il livello di adozione di buone pratiche di circolarità lungo tutto il ciclo di vita dei prodotti e anche di identificare le aree di forza, le opportunità di miglioramento e le barriere non solo all’interno della singola azienda ma anche a livello di sistema, per massimizzare la circolarità”.


La nuova ricerca “Stato dell’arte dell’economia circolare nel largo consumo italiano” ha analizzato il livello di circolarità e le performance di 23 imprese italiane appartenenti a tre settori del largo consumo: alimentari e bevande, cura casa e cura persona, retail. Ne è emerso un quadro proattivo e con un impegno strutturato verso una transizione in favore della circolarità. Ma con margini di miglioramento. Il campione di 23 aziende ha infatti evidenziato un livello medio di circolarità del 53%. Il settore più virtuoso è quello di alimentari e bevande con il 61% di media, seguito dal cura casa e cura persona con il 48% e dal retail con il 45%.


“Abbiamo riscontrato un buon livello medio di circolarità e abbiamo rilevato numerose buone pratiche, di natura materiale e immateriale, messe in atto in ciascuna fase della value chain”, spiega Silvia Scalia, ECR Italia e training director di GS1 Italy. “Questo dimostra, da un lato, che le imprese dispongono di un set composito di approcci e di metodi per ottimizzare i loro percorsi verso la circolarità e, dall’altro, che li hanno già integrati all’interno delle proprie organizzazioni per definire strategie e compiere azioni coerenti”.


Le 23 aziende partecipanti sono state analizzate lungo le sei fasi del ciclo di vita dei prodotti (approvvigionamento, design, produzione, distribuzione, utilizzo, gestione del fine vita e dei rifiuti) e approfondendo alcuni casi virtuosi nei tre settori raccontati in 12 schede dedicate. Nel mondo di alimentari e bevande la fase di design è affidata alle case history sul packaging riutilizzabile di Nutella e sul design circolare degli imballaggi di Parmalat, quella di produzione ai casi dell’efficientamento idrico dei processi di Auricchio e del programma Manufacturing Integrated Lean 6 Sigma di Mondelez, la fase distributiva alla logistica automatizzata di Bauli e quella di consumo alla app “Dove lo butto” di Gruppo Nestlé in Italia. 


Nell’universo del cura casa e cura persona vengono presentati i packaging circolari di Sutter Industries e le attività di comunicazione e sensibilizzazione del consumatore attuate da Procter & Gamble Italia. Nel retail le case history riguardano invece il trasporto “franco fabbrica” di Conad Logistics e il percorso di eco-valutazione dei fornitori delle private label di D.IT per la fase di approvvigionamento in ottica di circolarità, i nuovi canali di comunicazione della sostenibilità adottati da Bennet per la fase di consumo, e l’economia circolare nella gestione dei rifiuti di imballaggio applicata da Esselunga per la fase di fine vita.


L’analisi condotta da GS1 Italy ha permesso di individuare non solo cosa funziona, ma anche cosa non funziona nel percorso verso la piena circolarità delle imprese italiane. “Questo studio ha fatto emergere alcuni gap strutturali, determinati da barriere di sistema che ostacolano l’implementazione di altre buone pratiche nelle aziende, come il trasporto intermodale o la raccolta differenziata di sotto-tipologie di rifiuti da imballaggio” aggiunge Fabio Iraldo, professore dell'Istituto di Management della Scuola Universitaria Superiore Sant'Anna di Pisa. “Per questo nel report abbiamo raccolto e dettagliato le cinque condizioni abilitanti che, potenzialmente, potrebbero incidere in maniera significativa sulle performance dei singoli permettendo di generare un cambiamento sociale su larga scala”.


Queste cinque condizioni abilitanti, che rappresentano un primo punto di partenza verso l’implementazione di azioni mirate alla risoluzione progressiva delle barriere di sistema, sono:


1. Redigere un’agenda comune che permetta di allineare gli sforzi, definire l’impegno e il ruolo di ogni organizzazione, mappare le competenze, determinare i flussi secondo i quali saranno condivisi i dati e le informazioni all’interno e all’esterno del gruppo.

2. Definire un sistema di misurazione condiviso, in particolare per quanto riguarda gli indicatori usati per misurare gli effetti di ogni iniziativa. Su questo fronte il percorso realizzato tramite Circol-UP ha sviluppato un know-how vasto e valorizzabile in attività future.

3. Predisporre l’ambito di azione di ogni organizzazione sulla base delle specifiche competenze. Formazione su competenze chiave, mappatura delle competenze, nonché contributo alla creazione di networking e sinergie tra aziende, sono attività core rispetto a cui GS1 Italy potrebbe contribuire in modo decisivo.

4. Condividere le informazioni. Tutti coloro che partecipano all’attuazione dell’azione di sistema dovrebbero avere uno scambio frequente e strutturato di informazioni, facilitato dalla digitalizzazione. L’utilizzo degli standard globali e aperti GS1 agevola il raggiungimento del livello di efficienza richiesto dal concetto di economia circolare.

5. Costruire la “spina dorsale” del progetto, ossia un gruppo indipendente di soggetti che faccia da “cabina di regia”, dedicandosi all’iniziativa e guidandone la visione.