Pedalando senza fretta

Pubblicato il 29/08/22
Tempo di lettura: 3 minuti

La crescita dell’economia della bicicletta nel nostro Paese non conosce pause. Più 20% nel 2021 e si stima altrettanto anche nel 2022. I motivi del ritorno al successo delle due ruote a pedali sono tanti, da una nuova consapevolezza per una mobilità più sostenibile e a misura d’uomo, alle potenzialità delle ciclovie come fattore di riscoperta di territori e di esperienze turistiche e culturali all’insegna del benessere e del rispetto per l’ambiente.

di Giovanni Franchini


Se c’è una cosa che la pandemia ha cambiato definitivamente è la concezione della bicicletta come mezzo di spostamento ideale all’interno delle città e come esperienza turistica irrinunciabile per scoprire la verità dei nostri paesaggi. Quella della bicicletta – come testimoniato anche dal grande successo della prima edizione della Fiera del Cicloturismo 2022 tenutasi a Milano e organizzata da Bikeitalia e Bikenomics – non è una semplice moda. L’impennata del settore coincisa con il picco della pandemia ha accelerato un processo ormai in corso da anni: la crescita della bicicletta come alternativa credibile di mobilità sostenibile e la sua definitiva esplosione come esperienza centrale nella proposta di prodotti turistici dedicati a destinazioni grandi e piccole.


Alla fine del 2021 la domanda mondiale di biciclette era aumentata del 20% e ben il 48% delle aziende produttrici di biciclette ritiene che i ricavi aumenteranno ancora per tutto il 2022.

Si può quindi parlare di vera e propria bikeconomy, un termine usato per definire l’economia della bicicletta e che rappresenta una filiera che spazia dai produttori di macchinari e attrezzature fino ai distributori, i produttori di componentistica, i noleggiatori, le aziende specializzate in abbigliamento sportivo.


Ma la bikeconomy non riguarda esclusivamente la produzione e vendita di biciclette. La mobilità dolce - ovvero tutte le forme di mobilità non auto/motociclistiche - è infatti strettamente legata anche al settore del cicloturismo, che da solo muove oltre 50 miliardi di euro nel mondo, di cui quasi un decimo, 4,6 miliardi secondo l’analisi Banca Ifis, solo in Italia. L’indotto turistico delle due ruote passa anche attraverso la valorizzazione dei territori e lo sviluppo di forme di turismo lento ed esperienziale, diventando un’opportunità di rilancio per diverse economie territoriali che offrono ai cicloturisti vacanze memorabili tra splendidi panorami e uno sconfinato patrimonio culturale.


Una delle chiavi del successo della bicicletta è rappresentato dalle ciclovie. Nonostante venga spontaneo pensare alle piste ciclabili, esistono in realtà molte tipologie di percorsi per la bicicletta, e il termine ciclovia unisce e comprende tutti i percorsi adatti al ciclista capaci di garantire un certo livello di sicurezza e rendere la sua percorrenza più agevole.

Su tutto il territorio italiano ed europeo esistono moltissime ciclovie, ma alcune spiccano sulle altre per un insieme di criteri di eccellenza, come la viabilità, il rispetto dell’ambiente e la valorizzazione turistica del territorio che attraversano.


Quali sono e come si misurano i vantaggi di una ciclovia? I fattori da considerare sono molteplici, ma i macro-indicatori sono già eloquenti. Secondo i dati del report The Benefits of Cycling dell’ECF (European Cyclists’ Federation) un maggiore utilizzo della bicicletta condurrebbe a un risparmio in spese sanitarie fino a 110 miliardi di euro e di 3 miliardi di litri di carburante annui e altrettanti grazie alla riduzione di inquinamento ambientale e acustico. Le ciclovie decongestionano anche le strade trafficate, con un risparmio stimabile in 6,8 miliardi di euro l’anno.


A questo si affianca il tema del marketing territoriale, che nel caso del cicloturismo va a coinvolgere non solo le destinazioni più blasonate, ma favorisce lo sviluppo anche di aree meno frequentate. Secondo le stime FIAB, ogni euro investito in ciclovie ne restituisce 3,5 al territorio, e a progetto ultimato ogni chilometro di percorso genera un indotto annuo sulla zona attraversata di 110.000 euro.

Una rete strutturata e ben diffusa di ciclovie potrebbe portare, sempre secondo FIAB, almeno due miliardi di euro annui nelle casse italiane. Di esempi in questo senso non mancano, per fortuna, anche in Italia, che ha già cinque ciclovie citate e premiate dal Green Road Award 2021.