Provateci voi a cucinare senza grattugia

Pubblicato il 16/11/22
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La usavano gli etruschi, i romani, i greci. Umberto Eco la inserisce nell’elenco degli "oggetti perfetti". Appare in un trattato sull’arte del cucinare già nel 1500, e dopo 12 secoli continuiamo a non poterne fare a meno.

di Giancarlo Sammartino


Il reperto numero 72 al Museo nazionale etrusco di Valle Giulia a Roma è una grattugia in bronzo datata 600 avanti Cristo. La sua forma è praticamente uguale a una grattugia tuttora in vendita su Amazon, questo per dire che aveva ragione Umberto Eco quando definiva e catalogava gli oggetti dalla "tecnologia perfetta" annoverando anche una grattugia. Se dopo 12 secoli, più o meno, ma quasi sicuramente più, la forma di un oggetto è ancora quella, vuol dire che non c'è modo di farla meglio, o almeno noi umani non ne siamo capaci.

Per vedere la prima grattugia riprodotta in un libro bisogna aspettare il 1570, quando viene dato alle stampe a Venezia il trattato di Bartolomeo Scappi L'arte di cucinare, nel quale appare un disegno di una grattugia composta da una lamina trapezoidale di ferro, leggermente incurvata, su cui è stata praticata con un chiodo una serie di fori; le irregolarità dei fori, sporgenti sulla parte convessa, permettono di grattare il formaggio.

Il Museo del Parmigiano Reggiano, molto ferrato sull'argomento, ci informa che "Le grattugie più antiche venivano realizzate in bronzo o in lamiera di ferro forata con chiodi a sezione quadrata che nell’aprire i fori sollevavano i denti di metallo utili per frantumare il formaggio. Esistono grattugie in metallo (bronzo, argento, ferro, acciaio), vetro, porcellana, gres, materie plastiche e con fori (detti occhi) e dentellature di dimensioni e forme differenti".

In tempi più recenti il moltiplicarsi delle esigenze in cucina ha reso necessario l’uso molteplice della grattugia in varie operazioni adatte a differenti tipologie di alimenti: pane, formaggio, verdure riunite in un unico attrezzo.

Nella seconda metà del Novecento la grattugia, al pari di altri utensili da cucina, come le posate, le pentole, lo scolapasta, è stata al centro dell’attenzione di design e progettisti, che ne hanno diversificato in maniera esponenziale le forme e le specializzazioni, aggiungendo elementi di servizio (cassetti, erogatori, manici) per agevolarne l’impiego ed evocando forme ironiche spesso mutuate dalla realtà.