THE FAMILIES OF MAN, AL MUSEO ARCHEOLOGICO REGIONALE DI AOSTA, RIFLETTE E RACCONTA I GRANDI TEMI DELL’UOMO E DELLA SOCIETÀ.
di Laura Mariani
Promossa dall’Assessorato Beni culturali della Regione Autonoma Valle D’Aosta, ideata e realizzata dalla casa editrice Electa, a cura di Elio Grazioli e Walter Guadagnini, la mostra presenta 57 fotografi italiani tra i quali Olivo Barbieri, Gabriele Basilico, Letizia Battaglia, Jacopo Benassi, Gianni Berengo Gardin, Paola De Pietri, Mario Dondero, Andrea Galvani, Francesco Jodice, Armin Linke, Adrian Paci, Antonio Rovaldi, Ferdinando Scianna, Oliviero Toscani, Toni Thorimbert, Franco Vaccari, Paolo Ventura, Massimo Vitali che compongono, attraverso un centinaio di opere, un grande affresco sulla contemporaneità storica, sociale, economica, ambientale degli ultimi trent’anni: a partire dalla caduta del muro di Berlino, fino agli eventi legati al fenomeno ancora in corso della pandemia, che ha iscritto il 2020 tra le date storiche dell’umanità.
L’indagine da cui muove l’esposizione The Families of Man ha dato vita nel corso degli anni a numerose letture: archetipo di tutte è la mostra fotografica ideata da Edward Steichen (1955, New York, MoMA) a cui il titolo del progetto di Aosta rimanda. Presentata in piena guerra fredda e dopo gli orrori della Seconda Guerra Mondiale, The Family of Man fece il punto su di un’epoca di cambiamento e venne pensata per celebrare la dignità umana. Carl Sandburg nel 1955 presentando la mostra del MoMA, scriveva:
C’è solo un uomo al mondo
il suo nome è Tutti gli uomini.
C’è solo una donna al mondo i
l suo nome è Tutte le donne.
C’è un solo bambino al mondo
il nome di questo bambino è Tutti i bambini.
Foto: Francesco Bosso, DIAMOND #4, Greenland