Dalla Germania agli Stati Uniti, tutto il mondo mangia pasta italiana

Pubblicato il 19/01/22
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La pasta è, insieme al pane, l’alimento base della Dieta Mediterranea – spiega Michelangelo Giampietro, Specialista in Medicina dello Sport e in Scienza dell'Alimentazioneperché fornisce i carboidrati complessi che sono la benzina dell’organismo. Almeno un piatto di pasta al giorno (in una porzione proporzionata alle dimensioni corporee, all’impegno fisico e allo stato di salute di ciascuno) deve essere presente nelle abitudini alimentari di tutti. La porzione standard indicata dalle linee guida per la popolazione italiana è di almeno 80 grammi, ma nel caso in cui sia richiesto un impegno fisico notevole durante la giornata (come nel caso di atleti che si allenano più volte al giorno) è consentito il consumo di pasta, sia a pranzo che a cena”.

Per questo nel mondo, un piatto di pasta su quattro parla italiano: con 3,9 milioni di tonnellate di pasta prodotte dai nostri pastifici, l’Italia si conferma leader mondiale, davanti a USA, Turchia, Egitto e Brasile. Forti di un primato riconosciuto nell’arte della pasta, più della metà della produzione italiana (il 62%) finisce all’estero. I Paesi dove esportiamo di più sono Germania, Regno Unito, Stati Uniti, Francia e Giappone, mentre quelli da dove arrivano le performance più importanti del 2020 sono Cina, Canada, Spagna e Arabia Saudita.

E guardando ai volumi esportati verso i 5 mercati più strategici, quelli che assorbono più della metà del nostro export, è positivo il saldo verso Germania (+6%), Francia (+2%), Giappone (+4%) e soprattutto USA (+10%), mentre l’unico valore di segno negativo rispetto al 2019 arriva dal Regno Unito (-4%), conseguenza della Brexit. E c’è anche chi nel 2021 ha mangiato più pasta che nel 2020: soprattutto Corea del Sud (+18%) e Olanda (+5%).