Venaria Reale, a passeggio tra sovrani e fantasmi

Pubblicato il 12/04/21
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Reggia di Venaria – Il Giardino delle Sculture Fluide di Giuseppe Penone

CAPOLAVORO DELL’UMANITÀ, LA PIÙ ALTA ESPRESSIONE DEL BAROCCO UNIVERSALE, L’EX RESIDENZA DI CACCIA DEI SAVOIA È OGGI UN TESORO DI BELLEZZA CHE ATTIRA VISITATORI DA TUTTO IL MONDO. ANCHE PER LE TANTE STORIE E LEGGENDE CHE LA VEDONO PROTAGONISTA.

di Giovanni Franchini - immagini concesse da venariareale.it


Sentirsi come un re passeggiando in una vera reggia, circondati dalla bellezza e dalla grandiosità delle monarchie assolute del XVII e XVIII secolo. È una sensazione che chiunque può provare alla Venaria Reale di Torino, una delle destinazioni turistiche e culturali più visitate d’Italia (156 mila visitatori nel 2020, causa covid, quasi un milione a regime normale). 

Capolavoro dell’Umanità Unesco dal 1997, la reggia di Venaria fu commissionata dal Duca Carlo Emanuele II che chiese ad un archistar dell’epoca, Amedeo di Castellamonte, di realizzare una residenza di caccia nella zona ai piedi delle valli di Lanzo, allora ricche di boschi e selvaggina. Quattro anni di lavoro e nel 1675 nasce il primo nucleo del complesso: “Venatio Regia”, in latino “Reggia Venatoria”.

Nei decenni seguenti i lavori continuarono ad opera dei migliori architetti del tempo: da Ascanio Vitozzi a Benedetto Alfieri, Amedeo di Castellamonte, Guarino Guarini e Filippo Juvarra che realizzarono, a cavallo di due secoli, altri edifici e giardini, fino a raggiungere le dimensioni di oggi: 80.000 metri quadri di edificio monumentale, 60 ettari di giardini, il seicentesco centro storico di Venaria e altri tremila ettari recintati del Parco La Mandria, il tutto per un capolavoro assoluto dell’architettura e del paesaggio, trionfo del barocco universale e “Giardino pubblico più bello d’Italia”. 

Passeggiare per la Venaria significa anche divertirsi a ripercorrere le tracce di storie e leggende che durano da quattro secoli. Come, ad esempio, il borgo seicentesco, la cui pianta corrisponde al Collare dell’Annunziata, simbolo dell’Ordine Supremo della Santissima Annunziata, uno degli ordini più antichi, nonché massima onorificenza di casa Savoia.

E sempre in tema di misteri, non poteva mancare un fantasma, e non uno qualunque, ma uno spirito di alto rango, re Vittorio Amedeo II, che si aggirerebbe nella reggia a cavallo del suo destriero bianco, almeno stando a chi giura di sentire periodicamente i suoi zoccoli riecheggiare nei corridoi, a caccia soprattutto di vandali e visitatori irrispettosi.

La reggia è nota anche per un famoso gossip dell’epoca. Pare che il re Carlo Emanuele II avesse l’abitudine di tradire sua moglie Giovanna Maria di Savoia, con un’altra Maria Giovanna, la Marchesa di Cavour. La tresca era sulla bocca di tutti e la moglie del re non potè sopportare oltre. Tese perciò una trappola al marito presentandosi alla reggia e sorprendendo il marito in flagranza di tradimento, dopo che aveva detto che sarebbe andato a caccia. Non specificando però di chi o cosa.

 Info: aperta dal primo febbraio nei giorni feriali: lavenaria.it