Un vino forte e gentile

Pubblicato il 11/03/21
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Calice di vino rosso

Crescono a poca distanza dall’Adriatico una volta selvaggio di D’Annunzio, sulle prime colline che nel mare si affacciano e salgono verso l’interno; oppure nell’entroterra morbido delle vallate dei fiumi che dall’Appennino scendono verso la costa; oppure ancora lontanissimo dalle spiagge, nel cuore della regione forte e gentile come il vino che sta migliorando le sue credenziali in campo vitivinicolo: sono i grappoli del Montepulciano d’Abruzzo. Fino alla metà del secolo scorso, era concentrata in questo cuore la stragrande maggioranza delle vigne abruzzesi; soprattutto in un altopiano a forma di anfiteatro, chiamato il Forno d’Abruzzo, ai piedi del ghiacciaio del Calderone, il più meridionale del nostro emisfero e l’unico di tutti gli Appennini. Poi sono cresciute di numero, trovando spazio più facile nei terreni collinari che vanno verso il mare. E hanno prodotto fino a un ventennio fa un vino robusto, senza pretese, che era, insieme a quello pugliese, adatto a tagliare vini più nobili, cioè a dare sostanza a vini di pregio ma di bassa gradazione alcolica.

 

Montepulciano d’Abruzzo: storia e abbinamenti

Poi i modelli di consumo, ma soprattutto l’impegno e la testardaggine di alcuni viticoltori che hanno spinto quasi tutti gli altri a raggiungere livelli di qualità sempre nuovi, hanno trasformato spesso il Montepulciano d’Abruzzo, doc dal 1968, in un vino nuovo ma antico, figlio di uve tenaci, che si adattano alla terra e al clima che trovano. E crescono rigogliose. Magari cambiando tono e sapore; e quindi dando corpo a vini più di pronta beva o a vini possenti, di spessore e personalità distinti. Vini luminosi, soleggiati, ricchi di struttura, seducenti e carnali, che evocano aromi di erbe selvatiche secche e di frutta candita. A seconda del territorio, il Montepulciano può dare risultati più o meno fruttati, tannici, morbidi e forti.

Vitigno rosso per eccellenza, il migliore Montepulciano pare cresca nei dintorni di Teramo che nel 2003 hanno ottenuto la docg Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane. In ogni caso il Montepulciano d’Abruzzo possiede un equilibrio naturale tra potenza e freschezza; e svela un bouquet caratterizzato da note di spezia e di ciliegia nera. La struttura è destinata a lungo invecchiamento in bottiglia.

A seconda della sua età può accompagnare molti tipi diversi di piatti: dai primi più leggeri a quelli con condimento di carne; dalle carni bianche alle più robuste carni rosse o di selvaggina; dai formaggi più freschi a quelli stagionati; addirittura può essere abbinato ai dolci coi passiti ottenuti dallo stesso vitigno. E finanche col pesce, perché il Montepulciano può essere declinato in versione rosata, il Cerasuolo d’Abruzzo che si presenta gradevolmente secco e pieno e se ne apprezzano le qualità se servito non troppo freddo.

 

 

 

Foto di Wolfgang Claussen da Pixabay