Coripet e quella raccolta della plastica che fa (molto) bene all’ambiente

Pubblicato il 01/10/21
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Bottiglia di plastica immerso nei petali di fiori

L’attività del Consorzio ha creato la filiera italiana “bottle to bottle” che consente alle nostre bottiglie in PET usate di tornare ad essere bottiglie pronte per essere acquistate di nuovo attraverso un modello di raccolta e valorizzazione che vede coinvolti i centri commerciali, la distribuzione organizzata, i comuni più virtuosi.

di Luciana Fratta



Si chiama PET, abbreviazione di Polietilentereftalato. È leggero e resistente agli urti, naturalmente trasparente e incolore, ed è la materia plastica utilizzata nell’industria alimentare per imbottigliare acqua, olio, latte, succhi e altre bevande. Igiene e sicurezza sono le caratteristiche che definiscono il suo uso. E riuso.

È l’altra faccia della plastica, quella che combatte i fenomeni di inquinamento che minacciano gli ecosistemi naturali. Nei Paesi Europei circa l’80% dei rifiuti marini rinvenuti sulle spiagge sono di plastica, e quelli monouso ne rappresentano il 50 %.

Eppure la plastica è utile. Si tratta di un materiale multifunzionale e onnipresente nella nostra vita quotidiana, che in molti settori trova applicazioni essenziali, come quello delle bottiglie in PET, materiale difficilmente sostituibile con un altro che presenti analoghi requisiti e prestazioni. L’Unione Europea ha messo in evidenza come la questione cruciale relativa all’utilizzo della plastica sia quella legata all’attuale basso tasso di riciclo di questo materiale.

Solo il superamento del modello lineare, che consuma risorse naturali producendo quantità enormi di rifiuti da smaltire, a favore di un modello circolare, che trasforma il rifiuto in materia prima seconda può rappresentare la migliore risposta alla domanda di sostenibilità, sociale, economica e ambientale, che investe anche il settore della plastica.

Ma come si fa a riciclare la plastica? Intanto bisognerebbe iniziare a parlare di Plastiche e non di Plastica, perché sebbene accomunate dalla medesima materia prima, il petrolio, in realtà sono tante e molto diverse tra loro. Ma non solo. Nel passaggio da materia a imballaggio un tipo di plastica può essere accoppiato con un’altra plastica o addirittura anche ad un altro materiale, come la carta (succede ad esempio con il tetrapack).

Dunque per riciclare bene occorre, prima di tutto, progettare bene, perché tanto più gli imballaggi sono pensati in un solo tipo di plastica, tanto più è possibile riciclarli in modo meccanico, ossia rifare materia prima (detta seconda) da un rifiuto. 

Nella raccolta differenziata degli imballaggi in plastica che quotidianamente facciamo nelle nostre case ci finiscono diverse plastiche, il PET delle bottiglie, ma anche l’HDPE dei flaconi ad esempio) e, prima di arrivare al riciclo vero e proprio hanno bisogno di essere selezionate per tipologia.

Coripet, Consorzio volontario senza fini di lucro, riconosciuto dal Ministero dell’Ambiente nel 2018, riunisce produttori e riciclatori di bottiglie in PET che, assieme, hanno raccolto la sfida della sostenibilità circolare di questo materiale, puntando a centrare gli obiettivi della normativa SUP che contiene dei target mirati proprio alle bottiglie in PET: raccoglierne entro il 2024 il 77% ( che poi diventerà 90% nel 2029) e obbligo di usare almeno il 25% di RPET nelle bottiglie immesse sul mercato. Di fatto quindi questa normativa riconosce non solo la riciclabilità della bottiglia PET, ma anche l’esistenza di un intero comparto industriale che è in grado di avviare a riciclo meccanico tonnellate di bottiglie PET. Obiettivo dichiarato di Coripet: creare la filiera italiana “Bottle to bottle” – nel rispetto del regolamento 282/2008- per produrre l’rPET, ovvero PET riciclato, riutilizzabile potenzialmente all’infinito e sempre adatto agli usi alimentari.

Un modello circolare che può partire soltanto dalla raccolta selettiva tramite gli ecocompattatori intelligenti del circuito Coripet destinati a riconoscere ed accogliere solo bottiglie in PET per uso alimentare grazie ad un modello innovativo di rapporti tra mondo della produzione, della distribuzione e del riciclo, che si ritrovano uniti con lo stesso scopo.

Li trovate nei vostri comuni, all’interno o all’esterno dei supermercati o di catene non food in una progressione crescente di mese in mese. L’elenco completo e gli incentivi disponibili sono aggiornati in tempo reale dalla app gratuita Coripet. Il circuito degli eco compattatori Coripet rappresentano non solo un modo per rendere effettivo e concreto l’obiettivo del 30% di R-PET alimentare entro il 2030 nelle nuove bottiglie, ma è l’applicazione del principio della responsabilità estesa del produttore. Principio che Coripet interpreta affiancandosi ai Comuni con la Raccolta differenziata che intervenendo economicamente per la propria quota, che con i diretto esclusivo circuito di ecocompattatori. E soprattutto un significativo passo avanti nella direzione della riduzione dell’impatto ambientale del settore del packaging alimentare. 

Il circolo virtuoso “Bottle to bottle” consente infatti di rendere utilizzabile, potenzialmente all’infinito ogni bottiglia che viene riciclata meccanicamente. E più si ricicla, meno nuova plastica si produce, con tutti i vantaggi che ne conseguono.

Anche questa esperienza dimostra come il percorso a difesa dell’ambiente può essere realizzato soltanto unendo nello scopo comune produttori, distributori, riciclatori e consumatori, tutti attori necessari e sinergici del nuovo modello economico circolare. 

Grazie a Coripet anche la nostra bottiglietta d’acqua in PET, se la mettiamo nel posto giusto, può assumere significati e destini diversi, sostenibili e circolari.