Medici Senza Frontiere: “Abbiamo grandi progetti per loro"

Pubblicato il 16/11/21
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L’ospedale nel distretto di Kenema in Sierra Leone, è un presidio di cura e sicurezza per bambini gravemente malnutriti. Aiutare l’ospedale significa aiutare loro. Gruppo VéGé sostiene l’iniziativa.

di Giancarlo Sammartino


Ogni anno 13,6 milioni di bambini rischiano di morire perché sono gravemente malnutriti (dati Nazioni Unite, 2020). Uno dei Paesi con il maggior tasso di mortalità materno-infantile è la Sierra Leone. Ed è proprio qui, nel distretto di Kenema, che Medici Senza Frontiere ha deciso di costruire un ospedale per garantire l’accesso a cure gratuite e di qualità alla popolazione locale.

“A primo impatto non ci si accorge di quanto sia grande l’ospedale che MSF ha costruito - dice Jerwin Capuras, infermiere - Basti pensare che, una volta ultimato, occuperà lo spazio di 10 campi da calcio. La struttura è complessa: si parte dalla zona del triage, il punto di arrivo dei pazienti, dove vengono smistati in base all’urgenza. In un solo anno abbiamo ammesso oltre 1.000 bambini nel nostro Centro nutrizionale terapeutico e abbiamo stabilizzato l’80% dei bambini ricoverati affetti da malnutrizione acuta, abbassando il tasso di mortalità".

La costruzione dell'ospedale è cominciata nel 2018. A marzo 2019 l’ospedale ha aperto le porte ai primi pazienti e il primo reparto a essere operativo è stata la pediatria, dando priorità alla cura dei bambini da 0 ai 5 anni. Nel 2022 l’ospedale raggiungerà una superficie di 4.470 metri quadrati, disporrà di 160 posti letto e sarà dotato di tutte le attrezzature necessarie a far fronte sia alle patologie pediatriche e materno-infantili, sia all’eventuale diffondersi di epidemie di malattie infettive come l’ebola o la febbre di Lassa.

Nonostante le difficoltà di questo periodo storico, l'ospedale sta continuando a lavorare sulle proprie attività di base senza trascurare le nuove disposizioni di sicurezza e protezione, in collaborazione con la task force governativa della Sierra Leone per fronteggiare il Covid-19 nel Paese. Le conseguenze indirette della pandemia e i suoi effetti potenzialmente devastanti sulla salute dei bambini hanno aggravato situazioni sanitarie drammatiche, in contesti nei quali i bambini già morivano per mancanza di cure salvavita contro la malnutrizione e altre patologie, come morbillo e tubercolosi. Per questo, la struttura svolge anche le attività di promozione della salute e la diffusione di buone prassi per contenere il virus, così da creare un cordone sanitario virtuoso.

La lotta alla malnutrizione è dal 1971 una delle attività principali di Medici Senza Frontiere, che nasce dall’esperienza di un gruppo di medici inviati dalla Croce Rossa in Nigeria, durante la guerra del Biafra. Sconvolti dalle condizioni terribili in cui si trovavano migliaia di bambini affetti da malnutrizione patologica e senza mezzi per affrontare una simile emergenza, al loro rientro decisero di fondare un’organizzazione dedicata alle emergenze: Medici Senza Frontiere.

MSF ogni anno ricovera oltre 64.000 bambini severamente malnutriti (dato Nazioni Unite 2020) nei centri nutrizionali terapeutici, ma grazie all'aiuto di tutti potrebbe fare ancora di più.

Oggi MSF fornisce soccorso medico-umanitario in oltre 80 Paesi a popolazioni la cui sopravvivenza è minacciata da violenze o catastrofi dovute principalmente a guerre, epidemie, malnutrizione, esclusione dall’assistenza sanitaria o catastrofi naturali.


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